23.2.11

CAMPANE



La mancanza è come una morte. Il contrario dell'attaccamento, sia l'affermare di Dioniso che quello del Figlio di Dio. Fa male comunque. Salvatemi vi prego, ho la forma di uno straccio vecchio. Prendetemi per mano, voglio sentire il calore, la vita. Voglio il pezzo che manca del puzzle, il pezzo mancante - pochi ce l'hanno in collezione. Le campane continuano a suonare, ogni notte, l'ora è la stessa: suono sordo neanche troppo lontano, abito vicino, e sono puntuale. Toccatemi nel fondo, scolpitemi l'anima. Siate il complemento dei buchi che ho nel cuore!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Prosa profonda e toccante. Mi ha colpito anche l'immagine perché qualche anno fa, in vacanza in Val Venosta, avevo scattato una foto simile del campanile sommerso nel lago di Resia (Curon).

Giorgio Casali ha detto...

grazie Annita.
io la foto, a dire la verità, l'ho rubata a non so chi...