26.12.12

UN LIBRO DI NATALE PER LA PRIMAVERA

TRENTUNO POESIE D'AMORE A CICLO STAGIONALE CON PREFAZIONE DI CHIARA FERRARI. SCARICA IL LIBRO DA STUDIO PR, GRATUITAMENTE DA QUI.


Oh come sei magra ragazzina
sarebbe facile davvero sentirti
sarebbe un gioco fondersi nel letto
e svegliarsi con un corpo solo.


[...] Roba che chissenefrega delle figure retoriche, che non ci si chiede più se sia una sineddoche o altro. Le parole sono frecce, lineari, semplici, colpiscono al cuore in cinque o meno secondi, per cui anche al lettore poetico esigente consiglio di disporsi alla lettura senza preoccuparsi di snocciolare mano a mano la ricchezza retorica o simbolica o metaforica del contenuto, ed immaginare solo una – una? – tenera e passionale storia d’amore a ciclo stagionale. Stagioni dell’anima? Non sembra proprio. Si tratta piuttosto di veri moti e mutamenti climatici e ambientali che avvengono in un dato luogo della terra – Prignano incluso –  nel corso dell'anno, quelli che la scaldano, la bagnano, la raffreddano, la dipingono, la muovono. D’altra parte la terra è, almeno in grammatica, femmina, e da tale la tratta il poeta, tanto da fonderla con il suo oggetto del desiderio, con cui a volte egli stesso si fonde. Certo, quando non si limita ad osservarla da lontano, pieno di gratitudine per il vento che le muove i capelli e la musica che fa muovere tutto il resto.
Sempre fedele alla musica, il poeta, e alla provincia, agli attaccamenti. Lo vedi che non si stanca di scorrazzare per le vie della sua provincia e starsene dai suoi paesaggi bordati di portici o guard-rail.

Le strade private, un cuore privato
pezzi d’asfalto nelle tue pianure;
viuzze, piazzette, gigantesche soste:
amore con zone a viaggio limitato.

Si è sempre figli di qualcuno, anche in arte: Giorgio è figlio certamente della vastità delle sue letture tanto spirituali quanto popolari. In particolare, come mi è inevitabile sottolineare, di un Penna nel suo modo di spiegarci quanto di sacro o peccaminoso si svolge sotto piogge, notti, alberi, occhi. Poetica assimilata per affinità elettiva, ed allo stesso tempo incessante nell’elaborazione, dettata dalle impercettibili ispirazioni quotidiane che più si accordano al suo sentire. Eccolo quindi condensato in un esempio di artigianato della scrittura, e restituito perfettamente al lettore grazie ad uno stile anticonformista, netto, esigente ed ormai inconfondibile.

(dalla prefazione di Chiara Ferrari)
Neonata speranza, promessa mantenuta
cavalchi il ciclo di tutta la natura:
amore! amore! primule uscite!
Sia lode al Signore, all'erba, alla stagione

22.12.12

[PERCHÈ SCIOGLI CON VOGLIA I TUOI CAPELLI]

Perché sciogli con voglia i tuoi capelli
proprio adesso che ho iniziato il mio bicchiere?
Vedi tentenno, m'indubbi,
                                         mi tenti
proprio adesso che ho iniziato il mio bicchiere.

18.12.12

GIORNATA TONDELLI 2012 A CORREGGIO


Il tema della scrittura come ponte tra le generazioni ha caratterizzato l'edizione 2012 della "Giornata Tondelli", l'iniziativa con la quale il Comune di Correggio, tramite il "Centro Documentazione Tondelli", ha ricordato la figura del grande scrittore correggese. Al mattino, alle ore 11, nella Sala conferenze Recordati di Palazzo Principi, Fabrizio Frasnedi, docente di letteratura all'Università di Bologna, ha discusso con alcuni studenti de "La scrittura di Pier Vittorio Tondelli e la voce dei giovani lettori di oggi". Un mio intervento QUI

12.12.12

[COSA MANCA IN QUESTA NOTTE DI TORNANTI]

cosa manca in questa notte di tornanti
a sinistra giù dopo il cimitero, a sinistra 
imboccando in discesa la collina e pensando
a tutto registrare con la camera per fare
di luci là in basso colonne sonore
a questo stato che mi porto dietro
alla tua pelle armistizio preferito

2.12.12

[LA POESIA NON È SOLO UNA QUESTIONE DI NERVI]

la poesia non è solo una questione di nervi,
ma in parte sì: col fumo sempre che t'impasta
nuova vita e nuovi versi sbocciano:
sì, come un fiore,
ma l'inchiostro appassisce sul bianco.
dove starei senza la biro, senza un foglio
vergine di carta che brama
di essere tastato, inseminato

[...] Notti che spaccano il calendario
senza brindare per l'anniversario
vasi di tempo che invecchiano l'uomo
e le facciate di un duomo.
Francesco Guccini, da L'ultima Thule, 2012

1.12.12

ASSOCIAZIONI


da Attaccamenti

Ricordi che associavi vissuti lievi pieni
e tempi già dentro in rischio di sbiadire?
Quando invece tutto si scioglieva,
gesti persi per sempre nel buio
vagano, forse, un limbo senza casa;
oggi m'accorgo però della pioggia
ora che batte forte sulle siepi,
prima timida cercava l'appoggio
sulle spalle di noi nella piazza.

27.11.12

ALTRI NAUFRAGI

Oggi scappo ancora senza Nord rifocillando quel che passa per la testa che spesso è qualcosa di brutto ma forse di buono, non volere far altro con nuove gelosie all'orizzonte avanzarsi minacciose e spietate, già le sento, allora non andremmo da nessuna parte, allora non c'andrei, sarebbe sicuro un farti piangere e lasciarti dopo tanto allora subito, meglio subito lo so bruciarsi e bere, e bere e rovinarsi, affogarsi nella vasca dormire fumare dormire, altre domani meccaniche, altri naufragi. 

NOSTRO

La mano sulla faccia, livida sei dentro;
il tuo tedio al mio arrancare,
aprimmo porte socchiuse.
Per questo mi cerchi: chiami nostro
quel male mortale
creduto da sempre così personale.

(da Attaccamenti)

16.11.12

STABILITAS LOCI

«libertà dal tempo senza tempo vuol dire eternità»
Contropotere, 1991. 


Mi disse di morire, di farmi quattro birre. Voleva mandarmi all'inferno, vedermi aggrappato alle rive del fuoco, vedermi annaspare godendosi la vista. Godere: non teneva nella borsa le mie cose. Mi chiamava «uomo». Io da straniero vivevo quella casa, come l'orfano, come il povero, come l'anguilla di Pavese. Erano scuri del muro i colori, le righe i soldi l'orario di lavoro. Era il tempo, il suo regime. Era morire, la sopraffazione. Ha vinto in fondo: han vinto loro: mercato del lavoro, senza l'assunzione.

10.11.12

[...] You left
Your girlfriend on the platform
With this really ragged notion that you'll return
But she knows
That when he goes
He really goes
And do you think you've made
The right decision this time?
The Smiths, London, 1987

30.10.12

SENZA MISERICORDIA APPOGGIARSI

Agnese Ramundo, Dormi, 2012

Guardando la sabbia dalla clessidra
senza misericordia appoggiarsi 
al lato opposto, oppure vederti crollare 
sulle ceramiche del nostro corridoio, 
anticipando il tempo o forse obbedendo
- un vizio che è nostro familiare - 
e solo immaginare con gli occhi tutto questo, 
e solo gridando col silenzio
'dall'assenza preservami Signore'.

24.10.12

[POI RIMANGO CON DENTRO UN MACIGNO]

Disegno di Nera Klean, 2010

Poi rimango con dentro un macigno
io legato gettato in mezzo al lago;
           senza lo spazio per boccheggiare,
dimeno qualcosa per sciogliere il legame.

22.10.12

QUANDO GUARDERAI SOTTO LE SUOLE

per Gio, il giorno della Cresima

tu cugino tieni duro. lo farai, fallo. se pestare gli scalini dell'altare sarà fango. se dovrai tirare conti, se vedrai sotto le suole un mondo più cattivo. lo dirai forse, Dio mio Dio mio, perché mi abbandoni? - suderai sangue. chiederai dov'è finito il riposo dei giusti. ma tu non staccarti, tira duro avanti. ricordati la mano sulla spalla, riprenditi negli occhi i nostri occhi. ricordati che Dio non abbandona, che il laccio è stretto, solo che vuoi strattona. lo stringo forte ancora. 

11.10.12

29 MAGGIO

(bella, ciao) #terremoto, Marco Manicardi, 2012
II.

la piazza Cavezzo che conoscevo
la piazza alle dieci e quaranta minuti
        venti persone soltanto
eppure sono l'unico che piango

le tende vicine dalla nuova palazzina
il porticato già tutto ammassato:

Rossano, fratello, dov'eri finito?
'pregavo in cappella coi vecchi alle otto
la Sara sta bene, mia madre è cascata'

spinge un vecchietto la bici
per strada

6.10.12

IL FINESTRINO ABBASSATO

D'ottobre a quell'ora c'era ancora luce. Il giovane stava accartocciato sul sedile a leggere un romanzo, caviglie strette, il finestrino abbassato. 
"Ti sembra? Starei qui alle sei del pomeriggio se guadagnassi qualcosa?"- Che non avesse i soldi che chiedeva gli risultava plausibile: neanche le sigarette teneva, strano, solo filtri e cartine nella borsa a tracolla comprata anni prima al mercato, un portafogli nero Diesel regalato a un compleanno tredicenne, non lo cambiava neanche a pagarlo. Lui un rumeno di circa quarant'anni, la figlioletta appresso, mal pettinata, mal vestita, mal curata. Si puntarono già da trenta metri. "Amico ciao, qualcosa per mangiare". 
Due chiacchiere bastarono, prese e se ne andò dal prete, quel vecchio, tirasse mai fuori due soldi, diceva disgustato.
Tornò che il finestrino era ancora abbassato. "Hai da accendere amico?" chiese porgendogli due Marlboro con gesto abituato. "Te le ha date il prete?" chiese quello che leggeva alle sei del pomeriggio. Uscì dall'auto, chiusa ben bene, sedettero sul marciapiede, parlando per spunti: l'avrebbero voluta entrambi l'Alfa rossa appena parcheggiata. Oh vanità del mondo. 
Buttarono insieme il mozzicone sulla strada. Era l'ora di tornare, leggere ormai non si poteva. 
Rientrò nell'auto, cercando qualcosa. "Tieni", gli disse, "questo è un regalo". Gli porse un libro che ormai ammuffiva,  spiegando che la poesia è la scrittura che va a capo, non come i libri normali, tutti pieni. "Questo si vende?", chiese. "Certo. Dieci euro un vecchio te li può dare. Che abbia le mani dietro la schiena, che guardi le cime e sia del paese. Oppure una donna, qualunque in strada. Ma non quassù, ché qui chi lo voleva l'ha già comprato." 
Il giovane si piegò per chiudere il cruscotto, dove ripose l'accendino. C'era una Madonna dorata in un buco, scolpita in serie, l'aveva scordata. "Portati questa" gli disse, "forse col prete fa da lasciapassare". 
Si salutarono con una stretta di mano. Lui spinse forte indietro la retro, l'uomo l'incitò a spronare il motore. Sorrise dentro il finestrino, due cose in mano. Con un poco poteva lavorare. 

4.10.12

26.9.12

RIEPILOGO SERALE (DOV'ERAVAMO RIMASTI)

to G.

sono andato in bici a prendere un'amica, poi siam stati verso le salse a nirano (solo la prima salitina), cambio della bici prima e io tiravo con la city, anche lei ci dava andando su, imparando le marce, e poi tornando a casa, piegata, le mani basse sulle corna io dietro, poi davanti mi giravo e uoo guardavo la scollata poi di fianco, e lei che diceva andando si sta tutti attaccati all'asfalto, così si va forte a filo di terra. chiaro che il tempo non era dei migliori infatti ha cominciato a piovere quasi in campagna, così siam stati mezz'ora sotto il portico a fumare una camel che lei teneva di scorta chissàcome e son tornato a casa con il buio. mona che passava in macchina di fianco e iniziava a insultarmi gridando le luci cazzo comprati le luci, poi voleva darmi un passaggio e io lo mandavo a cagare che rovinava il mio tempo e poi pioveva ancora e pedalavo pedalavo che era buio, l'asfalto bagnato schizzava sulla schiena, la mia maglietta gialla, casa casa, ora sì ci siamo. 

25.9.12

una poesia di anna ruotolo


È così che un giorno si smette
di scrivere per qualcuno
non fai che come navi
che si ritirano
o i funghi di ombrelloni
che si abbattono.
È così che ti poggio come un fiore
sulla strada
e ti prego di prendere radici
per te stesso,
fino a quando
ripioverai sulla mia faccia
da un portone malchiuso
con le tue braccia di foglie
con le tue mani di poesie.
Anna Ruotolo, Secondi luce, LietoColle, 2010

23.9.12

di buon mattino...

O Gesù, nascosto nel Santissimo Sacramento dell'altare, Amore mio e mia unica Misericordia, Ti raccomando tutte le necessità della mia anima e del mio corpo. Tu puoi aiutarmi, poiché sei la Misericordia stessa, in Te sta tutta la mia speranza.
Santa Maria Faustina Kowalska, Diario, LEV
Be'. Ecco la mia storia, professore. E' presto detta. Non faccio un passo senza Gesù. Quando mi alzo al mattino, tento soltanto di aggrapparmi alla sua cintura. Ah, certo, ogni tanto mi accorgo che ho staccato il pilota automatico e sto di nuovo volando da solo. Ma mi riprendo subito. Mi riprendo subito.
Cormac Mccarthy, Sunset Limited, Einaudi, 2008

22.9.12

poco più di niente


finiamo attaccati a uno sportello, il culo dove stanno i cd, i piedi sull'asfalto del parcheggio a cercare l'equilibrio. quando chiudi si inizia a tirare. non dissimuli neanche, non fai giochi. parli solamente di effetti, e di droghe. fumeremmo abbastanza, vale tutto il giro per sestola domani. tornerai con qualcosa, hai già il tuo compagno. com'è facile. come star male. ho anche studiato. 

18.9.12

È TUTTA UNA MORTE INVADENTE

anteprima da Sotto fasi lunari

Una morte, è tutta una morte invadente
insinuante le lenzuola da lì le nostre fibre
vedi ovunque l'invadenza, è sottile
l'angelo del male che ce la fa subire
in piccole dosi profondi respiri
solo cliccando navigando un poco
o girando i marciapiedi vicini.
[...] maledizione forse
è secondarlo il tempo
rincorrerne le corse.
Pierluigi Cappello, Le nebbie, Campanotto, 2004

17.9.12

una poesia di tommaso di dio

Fare l'amore fino a fare i figli. Addentrarsi
nella genuflessione. Dire prendo questo corpo
senza limiti; a furia di reni sfondare
il fondo cupo dei preservativi. La neve poi
che immerge ogni cosa. Palazzi, strade, ogni volto
oltre i fiumi immemorabili della storia.
Oggi volevo fare l'amore con te. Oggi volevo
sbranare la paura di essere solo due 
corpi finiti. 
Tommaso Di Dio, Favole, Transeuropa, 2009

14.9.12

ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE

Ce l'hai il tuo dolore. Che fai allora, 
lo porterai tutto da solo? 
Va solo scaricato il tuo dolore, 
va solo caricato.

(Ti saluto, o Croce Santa, che portasti il Redentor

Gloria, lode, onor ti canta ogni lingua ed ogni cuor.) 

12.9.12

... raccogliendo sassolini immaginari quando il gioco della notte va finendo, o far l'amore. mi schifa poesia da più di un mese, come loro abituato a quel bel niente ... brutta cosa la giornata uggiosa ...

10.9.12

UNA TARTARUGA

Sarebbe l'ultima domenica dell'estate, noi che sappiamo nel nostro paese quando cala il tramonto a settembre: dopo la festa, dopo che spengono i fuochi artificiali. Allora è un adieu la sigaretta, l'ultimo saluto prima dell'autunno, l'inverno terribile, la nuova primavera. Diventano nove le paglie bruciate, dieci forse: perché in collina ho mangiato il gelato, perché racconti dei capricci di tuo figlio, dell'amica tua pazza che è scappata. Anche il sole sembra tramontare, quasi le venti abbiamo ritardato. Ché poi si sente, è semplice l'amore: meno intricato delle parentele che rammenti; più come una tartaruga sulla strada, centenaria, sul lato della curva: la corazza indistruttibile: abbandonata: scendono persino dei ragazzi per curarla.

8.9.12

Vergine gloriosissima, che su questo colle di Fiorano vi siete degnata di innalzare il Vostro trono di misericordia, ove diffondete da oltre quattro secoli i vostri favori...

4.9.12

UN ALTRO VIVO NEL CIELO DA IERI

per Davide, Loris, Lelone

c'è un altro vivo nel cielo da ieri,
noi che sappiamo voleva del bene.
per mano agli angeli, alla Madre nostra,
c'è un altro vivo che guarda, che prega.

3.9.12

una poesia di carlo betocchi


O seppure, come in certe mattine,
provo un senso di calma in un'ineffabile unione,
non è più, come al tempo passato,
per quel rifluire nel cuore d'un sangue potente
di vasti possessi, ben certi, ancorché sconosciuti:
e mi ravviso in chi va con lenza
a pescare, e cui già il tempo si muta in instabilità.
Ché assai più della lenza io ebbi fin dalla nascita
per giocare a mio agio col tempo impossedibile,
la rete, dico, stillante, dell'eternità dell'anima,
cui è grazia la preda che resta, ed il tempo
che passa ha un altro significato.
Carlo Betocchi, Tutte le poesie, Garzanti, 1996

2.9.12

DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO

Jezu, ufam tobie

Hanno ragione sul fatto della testimonianza, che molto tocca e ci contraddice. Però si aspettano siano i buoni a pregare, che solo i buoni possano inginocchiarsi: quelli con coscienza immacolata, quelli da rettitudine morale. Come Maria (però ne dimenticano il dolore). Perché inginocchiarsi, mettersi a pregare, non è un premio per la buona coscienza: la carità non è il regalo a punti del benzinaio. La cerchiamo sempre, più grande di noi. C'inginocchiamo perché non siamo santi, perché siamo indegni. Perché Lui è Santo, e Lui è degno: lo vediamo nel mattino, nelle colline; nel freddo improvviso alle mani a settembre, nella luna l'altroieri piena: dove tutto vive. Soprattutto, ne sentiamo la mancanza. Ne soffriamo il digiuno dopo giorni, la domenica mattina. Però Lui chiama in questa assenza: la nostra assenza, la nostra sufficienza. Nel nostro stare mezzi (mezzi pieni, mezzi veri) chiama ancora dentro il cuore, Lui soffia, comprende, dice: "Come hai fatto, vieni": noi, gli operai dell'ultim'ora, gli scandalizzanti che saremo sempre. Perché Lui è giusto, e Lui è buono: non è di questo che sono invidiosi? 

30.8.12

NON DURERA' LA COLLINA

per don Ottorino

L'ho visto nei suoi fianchi: non durerà la collina, 
proprio quella dove ieri sono andato 
così scura e sinuosa, sì, sensuale
notte della notte che stasera rivado,
ributto il volante e cerco un riparo. 
Dovrò staccarmela di dosso al capezzale, 
dovrò piangerla come ha fatto tuo padre.
Dici non fa bene preoccuparsi del lontano, 
che rischia ogni germoglio di seccare.
Ma vanità, oh vanità di tutto, 
dimmelo chiaro, cosa posso fare. 

25.8.12

20.8.12

CRACOVIA

Ma tu strapperai queste dita
accartocciate alla moquette dell'albergo,
quasi fuse con la polvere
portata dalle scarpe, che porta l'asfalto,
l'ulteriore periferia cittadina;
artritiche dita dei miei piedi
congelate, doloranti
come al pavimento affezionate:
le strapperai, tu le farai spiccare...

QUALCOSA CHE RUSSA

oh, l'anticamera d'inferno: il sonno mancando, qualcosa che russa disturbando il silenzio, pascolo erboso che vorrei riposare. oh, la gratia non piena: un balcone preponderante sul buio. la campana là in alto non suona. oh Cracovia, oh Czestochowa: passano gli anni in un giorno solo, perdo ancora il sonno, ancora. ma io dormivo, sapevo dormire: non li temevo i terrori della notte. non temevo. e se temevo, c'era a letto mia madre: dormivo, perché ero un bambino.

19.8.12

Né avrebbe ella saputo dire, nella sua semicoscienza, quale offerta ella faceva di se stessa né e a chi. La cosa accadde all'improvviso, e le venne, più che dal suo spirito, dalla sua carne tribolata. La compunzione che le aveva per un momento acceso in cuore l'uomo di Dio, le restava ormai come un dolore in mezzo agli altri dolori. Il presente lo sentiva come un'angoscia totale. Il passato era una nera voragine. L'avvenire, un'altra voragine. Il cammino che gli altri fanno a passo a passo l'aveva essa tutto percorso già: per quanto umile fosse il suo destino, in confronto di tanti peccatori leggendari, la sua segreta malizia aveva esaurito tutto il male di cui era capace, ad eccezione di un solo (l'estremo) peccato. Fin dall'infanzia tutte le sue esperienze s'erano coordinate alla ricerca di lui, ogni delusione non era stata che un pretesto a una nuova provocazione.
Perché essa lo amava.
Non è nel branco degli agitati che fanno stupire il mondo col rimbombo dei loro misfatti, che l'inferno trova la sua pastura. Né i più grandi santi sono sempre i santi dai gran miracoli: il contemplativo ha vita e morte ignorate. Parimenti, anche l'inferno ha i suoi chiostri.
Georges Bernanos, Sotto il sole di Satana, dall'Oglio editore, 1965

13.8.12

INSTAGRAM /2

e non sei più bambina 
se proteggi i due bambini
soltanto è quello che si vede
dalla filigrana 
e denti da cavallo
sorridi

10.8.12

SAGRE CUI NON SI VA

to P.

Appiccicaticcia faccia alle ore ventidue; l'estate delle sagre cui non si va. Pusillanimi stanchi, le cosce tirate: metto Battisti ma tu non ascolti. C'è un balcone dopo, dà sull'erba gialla già strinata. Campi persi di grano le campagne, le ho viste oggi, caldo ma non è l'inferno. E' l'ora di purgare qualche vanità; purgare: e mi dico che non vivo. Ma lei s'avvicina di già, trasfigura la sua timidezza in improbabile espansione; vivo: il prezzo d'incarnarsi dentro questa eternità. 

2.8.12

CARTOLINE TOSCANE

...riappacificare
ciò che so con la testa e con il cuore
a diventare con lo stomaco
metabolismo, bile...

Per quanto mi riguarda, le montagne stanno lì ferme da quasi vent'anni. Lì perfette che guardano il mare, indifferenti ai cambi di regime, alla borsa se cade o se sale: marmoree, scultoree, imponenti. Dominano, dietro i boschi preda spesso d'iconoclastie piromane, dominano. Non sto male se guardo tutto in faccia il loro ostentare, naturale ostensorio, sapientissimo scolpito corpo. Muove solo una bandiera tricolore, qualche bagnante: il resto è pace, silenzioso ordine immutante. 
Scenda su di me Signore
la tua pace quando dormo
Resurrezione...

25.7.12

BREVI CONSIGLI DI GETTO PER DIFENDERSI DAI LUPI SE INDOSSANO LA LANA

Diffidate di chi in Dio non ci crede, di chi un giorno v'ha detto 'la verità non esiste': ne ha molte terribili nel cruscotto. Diffidate dei campioni democratici: sono i primi tiranni. Diffidate di chi ha piena la mascella di diritti. Diffidate dei sofisti. Diffidate del concetto di riforma: si usa col fine di non cambiare nulla. Diffidate del mercato: il mondo non è la trottolina che gira. Diffidate di chi non prega, perché non sa innalzarsi. Diffidate di chi non si pente. Diffidate di chi entra in Chiesa senza inginocchiarsi. Diffidate di chi dalla Chiesa tiene fuori i rosari. Diffidate di chi crede nell'uomo, ché chi non s'abbassa non può credere nell'uomo. Diffidate di chi vuol stare senza l'altro: ha già usato gli altri. Diffidate di chi si circonda di rumore: porta al guinzaglio la sua confusione. Diffidate di chi da un libro crede d'essersi redento: i libri non salvano nessuno. Diffidate di chi è pieno di sapienza. E diffidate di me, se vi pare. 

UNA CANZONE DANESE



Viaggio per parole, in cerca di frammenti
usati parzialmente che parlano di cose,
stati, d'animo colori. A prenderli, masticarli sulla lingua,
con un giro orario della bocca ruminare.
Siamo le parti d'amore e dolore
della stessa vite del mondo.

18.7.12

PER DOMESTICHE ABITUDINI

L'odore dei morti al tavolo coi vivi
già vedo le sequenze del pre-funerale,
il tragitto della salma
per domestiche abitudini.
Come quando fingevo per amore. 
Ho troppo sgraffignato nella bara
per poterti dare oltre 
la mia spalla.

17.7.12

[...] Il mondo della Terra è allora definito da Aristotele, mondo sub-lunare. Nel mondo sub-lunare le cose si muovono seguendo i due tipi di movimento rettilineo: verso il basso o verso l'alto. 

16.7.12

LO STESSO TRONCO

Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.
Mt 10, 37-38

ci sono persone, poche, garanzia del nostro dolore. loro pregano perché il nostro male cessi, o si attenui. lo prendono tutto addosso, smettono di dormire anche, non possono fare diverso. noi crediamo che soffriranno fino a quando noi soffriamo, come se dipendessero da noi per tutto. e dipendono da noi moltissimo: il nostro bene è il loro bene. ma c'è dell'altro: ce n'accorgiamo quando a noi, così strapieni di dolore, proprio a noi chiedono preghiere. e sembra per un attimo che tutto sia stravolto, che qualcosa - finalmente? - sia cambiato: o forse niente, se non che c'accorgiamo, noi uomini dappoco, che siamo lo stesso filone di persone, lo stesso tronco famigliare. che tutti abbiamo bisogno di preghiere, di farci carico dell'altro. che tutti al buon Dio, tra noi, dobbiam stare attaccati: che tutti noi siamo legati. 

14.7.12

SALVE REGINA

Dimostratevi pronti alla guerra e avrete la pace,
Chiara Ferrari, 2008

scappa il mondo dalla data, è già l'ora
di commemorazione
come sempre mi sono abituato
è vero ancora che si muore

è vecchio il prato, continuo a tagliare:
fa gialla l'erba sul fondo l'estate
Erra una mosca, si arresta
su un libro aperto, là dove è scritto:
<<In principio era il Verbo>>;
dal libro esala il buon odor di Cristo,
e par sia intenta la mosca...
Ma sorvola via lesta
verso un richiamo di ben altro odore.
Clemente Rebora, Le poesie, Garzanti, 1999

13.7.12

una poesia di vittorio sereni

Quei bambini che giocano
un giorno perdoneranno
se presto ci togliamo di mezzo.
Perdoneranno. Un giorno.
Ma la distorsione del tempo
il corso della vita deviato su false piste
l'emorragia dei giorni
dal varco del corrotto intendimento:
questo no, non lo perdoneranno.
Non si perdona a una donna un amore bugiardo,
l'ameno paesaggio d'acque e foglie
che si squarcia svelando
radici putrefatte, melma nera.
<< D'amore non esistono peccati,
s'infuriava un poeta ai tardi anni,
esistono soltanto peccati contro l'amore. >>
E questi no, non li perdoneranno.
Vittorio Sereni, Gli strumenti umani, Einaudi, 1965
per le mie colpe, chiedo scusa

11.7.12

il noi che rifiutasti in giovinezza
griderai tra le rughe insopportabili
(proverai a buttarle dal balcone,
a tardi strapparti di dosso
l'incancellabile
la tua ingombranza)

10.7.12

CAMPANE

(da Notte provincia)

Senti le campane di quella chiesa in fondo!
Senti che lentezza, che suoni con ritardo!
Qui la natura desidera l'uomo,
desidera l'asfalto!
In pianura, dove tentenni,
Hai perso l'orecchio per questi richiami.

6.7.12

una poesia di clemente rebora

Se il sole splende fuor senza Te dentro,
tutto finisce in cupa nebbia spento.
Orrore disperato, Gesù mio,
trovarsi in fin d'aver cantato l'io!

Se poeta salir, ma non qual santo,
perder di Tuo amore anche un sol punto
oh da me togli ogni vena di canto,
senza più dir, nella Tua voce assunto!
Clemente Rebora, Le poesie, Garzanti, 1999
l'apostolica cattolica tradizione ha già tutte le parole da cantare processione. che resta a me che resta da mettere nel cesto? varranno le mie foto se messe nel tuo cesto? o forse il silenzio, è forse il silenzio?

è la gioia senza te che mi tortura,
il paese la stagione senza salmo
quando io testardamente canto...

4.7.12

LA SECONDA DELL'ESTATE

Mi rammarico la mattina dopo
non aver costretto Chiara a raggiungere
il paese con la Canon 500
di strappare a quei rami quella luna
così piena - la seconda dell'estate - 
che tu non gelosa mi puntavi
me, di stagione indifferente,
guardo fiero dentro i calendari. 

2.7.12

L'ESERCITO IN CASA

dicevi papi che la tua generazione non avrebbe accettato per la strada gli autoblindo, tanto meno i corpi di fanteria militare (il mitra l'elmetto l'uniforme la pistola) come cosa nella piazza normale; neanche per combattere la mafia, neanche per un altro brutto male. ché lei, la tua generazione, quella dell'aborto nata a fine anni Cinquanta, avrebbe rivisto l'esercito a Bologna, come se Cossiga fosse ancora al Viminale, o peggio le dittature in Nicaragua americane, nel Salvador, o quella in Cile, santodio che male. ho lo stesso pregiudizio quando, mentre sono con Sara sottocasa, passano in coppia due carabinieri, da un marciapiede all'altro. guardano le case, noi no, fanno finta di non vederci. 
No place of grace for those who avoid the face
No time to rejoice for those who walk among noise and deny the voice
T.S. Eliot, Ash Wednesday, in Poesie, Mondadori, 1972

27.6.12

[DEVI VEDERE CHE NON SI MUORE]

devi vedere che non si muore
quando lo stomaco si sta rivoltando
e il cuore
davanti la pianta bruciata di sole
              s'aggrinza e scolora
trovandosi bloccata
la sua capacità di fiore.

19.6.12

MENSE MAIO: LE POESIE DEL TERREMOTO IN EMILIA















a mia madre non sfugge proprio niente
neanche il più lieve segno di dolore
figurati Sara, mia cara, 
la prima avvisaglia,
il primo terreno baleno tremore:
turibolante lampadario
senza chierico
né Santo [...]


Il blog Barabba ha pubblicato il mio libriccino Mense Maio (titolo rubato da una Lettera Enciclica di Paolo VI, del 1965). Ci sono 10 poesie, la durata di un mistero. Ma in 29 parti. Le ho scritte tra l'11 e il 17 giugno 2012, avevo qualche foto da tirar fuori. E' come una cronaca, un mezzo poema: è un pdf, è fatto in casa. La foto qui sopra è di Marco Manicardi, scattata a Novi di Modena lo scorso fine Maggio. Scarica tutto e leggi qui o qui 

18.6.12

IL TREDICI DEL PROSSIMO MESE

anteprima da Sotto fasi lunari

Madonnina lacrimosa e azzurra
non c'è sale negli occhi ma nel cuore
sei dipinta lasciata trascurata,
neanche i vecchi i bambini si fermano.

Verremo il tredici del prossimo mese,
l'anima a festa cravatta e camicia
come s'addice nel giorno importante - 
come quando sei ritta sulla luna.

12.6.12

[TRAMORTITA MIA TERRA D'EMILIA]

tramortita mia terra d'Emilia
mia
nonostante i quaranta minuti
e passa di pianura
e Bassa
le campagne: pari
moltiplicato per cento

la Bassa sterminata,
pianura padana
prima sazia
ancora disperata

già carpigiana modenese
mantovana

10.6.12

[LE STRADE PRIVATE, UN CUORE PRIVATO]

le strade private, un cuore privato
pezzi d'asfalto nelle tue pianure.
viuzze, piazzette, gigantesche soste:
amore con zone a viaggio limitato.

una poesia di giuseppe ungaretti



1.
Mio fiume anche tu, Tevere fatale,
Ora che notte già turbata scorre;
Ora che persistente
E come a stento erotto dalla pietra
Un gemito d'agnelli si propaga
Smarrito per strade esterrefatte;
Che di male l'attesa senza requie,
Il peggiore dei mali,
Che l'attesa di male imprevedibile
Intralcia animo e passi;
Che singhiozzi infiniti, a lungo rantoli
Agghiacciano le case tane incerte;
Ora che scorre notte già straziata,
Che ogni attimo spariscono di schianto
O temono l'offesa tanti segni
Giunti, quasi divine forme, a splendere
Per ascensione di millenni umani;
Ora che già sconvolta scorre notte,
E quanto un uomo può patire imparo;
Ora ora, mentre schiavo
Il mondo d'abissale pena soffoca;
Ora che insopportabile il tormento
Si sfrena tra i fratelli in ira a morte;
Ora che osano dire
le mie blasfeme labbra:
<< Cristo, pensoso palpito,
Perché la  Tua bontà
S'è tanto allontanata? >>

2.
Ora che pecorelle cogli agnelli
Si sbandano stupite e, per le strade
Che già furono urbane, si desolano;
Ora che prova un popolo
Dopo gli strappi dell'emigrazione,
La stolta iniquità
Delle deportazioni;
Ora che nelle fosse
Con fantasia ritorta
E mani spudorate
Dalle fattezze umane l'uomo lacera
L'immagine divina
E pietà in grido si contrae di pietra;
Ora che l'innocenza
Reclama almeno un'eco,
E geme anche nel cuore più indurito;
Ora che sono vani gli altri gridi;
Vedo ora chiaro nella notte triste.

Vedo ora nella notte triste, imparo,
So che l'inferno s'apre sulla terra
Su misura di quanto
L'uomo si sottrae, folle,
Alla purezza della Tua passione.

3.
Fa piaga nel Tuo cuore
La somma del dolore
Che va spargendo sulla terra l'uomo;
Il Tuo cuore è la sede appassionata
Dell'amore non vano.

Cristo, pensoso palpito,
Astro incarnato nell'umane tenebre,
Fratello che t 'immoli
Perennemente per riedificare
Umanamente l'uomo,
Santo, Santo che soffri,
Maestro e fratello e Dio che ci sai deboli,
Santo, Santo che soffri
Per liberare dalla morte i morti
E sorreggere noi infelici vivi,
D'un pianto solo mio non piango più,
Ecco, Ti chiamo, Santo,
Santo, Santo che soffri.
Giuseppe Ungaretti, Il dolore, Mondadori, 1947

6.6.12

CENTO METRI

è un male il tragitto che fa l'Oriana dalla sua casa al cassonetto 100 metri neanche questa sera come spesso due tre sere la settimana soltanto dalle otto alle nove eppure ogni volta è come la prima ed è come l'ultima si basta si basta mentre io dal balcone risoffro infinito l'istante così sia

5.6.12

EROTICA SFUMA

Ondeggi stretta,
e la notte per bagnarmi di te.
Tieni saldi gli istanti, domani almeno;
bellezza che sfumerà tutta.

(da Attaccamenti)

4.6.12

FARE DI MANTOVA UNA TENOCHTITLAN...

Già... e di Modena cosa?
Quando il casello d'improvviso sembra un'isola
sul Rio delle Amazzoni
ed è solo una piena del Secchia
che circonda la macchina, sciaborda
ne fa un'arca dell'ultima ora
in questo ricircolo di vita
dove qualcuno rimuore

Alberto Bertoni, Il letto vuoto, Aragno Editore, 2012

2.6.12

IN COLLINA CI VIVI

da Notte provincia

per loro il tuo paese è come una sicilia, una repubblica di vecchio statuto con prerogative e tutto. sono i paesi vicini, quelli più cittadini e più cosmopoliti. questa differenza ti fa spesso piacere, quel vantaggio di essere con poco già sopra la collina. anzi, dici a tutti che in collina ci vivi. guardi il benessere dall'alto, prima che arrivi quello della cina. meno qualità ma tanta quantità, non hai mai badato alle luci delle olimpiadi. verranno meno i propositi di secessione. di notte comunque parcheggeranno ancora gli amanti, spesso stranieri affascinati o molto furbi per portare le ragazze dove non andrebbero da sole. la collina dicevi. verso sera è battuta dalle scarpe degli atleti, maschi femmine, giovani vecchi. molti corrono per mancanza di senso, lo fai anche tu, e la fatica è una droga ancora a buon mercato. ci vivono animali non comuni: caprioli, ne vedi spesso intontiti dagli abbaglianti, escono solo di notte. e tassi e cinghiali fuggono l'asfalto sempre spaccato dalle radici nervose delle piante: servono a poco gli interventi del comune per zittire la natura se è ribelle.

31.5.12

DOLORE NOTTURNO

da Notte provincia

di notte il dolore perde molte dosi della rabbia,
diventa maturo, e saggio, cristiano.
non pesa la croce,
quella che di giorno preghi in aula
o dai banchi della chiesa.
non sono stati capaci di vegliare,
io sto sveglio ancora quanto posso

29.5.12

L'INNESTO

(da Attaccamenti)

Attàccati, dove puoi andare o stare fermo;
ché la noia ha pareti di cartone
e sembra roccia. Lascia un foro,
lì una foglia della vite aspetta dall'ingresso
farsi strada come edera gentile:
anche lo sporco desidera l'innesto.

28.5.12

"[...] Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. D'ora innanzi in una casa di cinque persone si divideranno tre contro due e due contro tre;
padre contro figlio e figlio contro padre,
madre contro figlia e figlia contro madre,
suocera contro nuora e nuora contro suocera".                           Luca 12, 49-53

Il padre e la madre si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima".
        Luca 2, 33-35 

26.5.12

SCOLLINARE

anteprima da Sotto fasi lunari

In fondo non mettevi molto tempo
a salire dalla bassa e scollinare
quando ti dicevano che come gli eremiti
bisognava andarsi a rifugiare
dove sono i versanti, o sotto le curve,
sopra le panche dei paesi abbandonati.

25.5.12

una poesia di sandro penna


Lungo il vecchio sobborgo

non vive malinconia.
Vivon gli stracci una vita gentile
indorati dal sole. E così sia.

 Sandro Penna, Poesie, Garzanti, 2000

CONFETTURA

Un tono da madonna del carmelo
le labbra ancora appiccicate
di marmellata,
la stagione d'albicocca
cominciata

24.5.12

LA MADONNA DEL PONTE VENERATA NELL'ORATORIO DI VIA GRAMSCI A FIORANO MODENESE


Nel Territorio Parrocchiale, tra gli altri, c'è l'oratorio detto "La Madonna del Ponte" (di fianco al torrente Corlo) in via Valle (ora via Gramsci). Questo oratorio, realizzato a spese del Marchese G. Lucchesini, nella prima metà dell'Ottocento, passò di proprietà alla famiglia Cuoghi (che fra gli altri aveva anche l'altro oratorio di via Gramsci, dedicato al Santissimo Crocifisso). L'oratorio è sempre stato fatto oggetto di culto e nel mese di Maggio si tiene il Santo Rosario. Fino al 1963 si svolgeva dal Santuario Basilica, fino a questo oratorio, la processione con infiorata nella via Gramsci nel giorno 3 maggio, dedicata all'esaltazione della Santa Croce.

Preghiera alla Madonna del Ponte

Dolce Vergine Maria, 
per la Vostra Immacolata Concezione,
per i vostri sette dolori, 
sette allegrezze,
liberateci dal peccato mortale,
liberateci dalle occasioni del peccato mortale,
liberateci dalla morte improvvisa,
liberateci da qualche cattiva disgrazia,
impetrateci un atto di misericordia, 
indulgenza plenaria 
in punto della nostra morte così sia, 
dateci la Vostra Santa materna benedizione.
Nel nome del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo.

AMEN

20.5.12

SHALL WE FINISH OUR GAME?

perché fu divertente sbalzare oscillare
come gioco di morte il male m'intriga che ha preso su questa
altalena di cadaveri a quindici chilometri
amici che dormono stanotte nei panni
costretti sui sedili posteriori
costretti a non fare conti stavolta
sui piani del nostro governo
sul suono delle nostre campane
mentre io che crogiolo ancora crogiolo non so
ancora bene che cosa pensare oppure
ancora se un poco afferrarmi alle corde giocare
sì ancora un poco dondolare

18.5.12

una poesia di fernando pessoa

La Chiesa materna coprì come campana
i miei giorni sereni.
La chiamo, adesso, a ragione, la Chiesa di Roma.
So più o sono meno?

Cabala, gnosi, misteri, massonerie
tutto ebbi in mano
nella ricerca ansiosa che empie le mie notti e i giorni.
Ma mai il mio cuore.

Di che fui diseredato dalla verità?
La mela diabolica
la mangiai, e sono altro, ma quanto?! Oh, la nostalgia
della Chiesa Cattolica!

Qualcosa in me si è rotto, come una mola
che cada male.
Da piccolo andavo, magnanimamente solo
senza nulla fatale.
Fernando Pessoa, Il mondo che non vedo, Bur Rizzoli, 2009

17.5.12

sono vecchio, basta poesie

HEAVEN KNOWS, HEAVEN KNOWS


ma il vecchio idolo che muore
tira fuori spesso bestemmiare.
è così semplice 
stare fedeli alla fine.
e peggio ancora 
una bottiglia vuota?
che non trovi soluzione
nei fugazi.
oh buio
     oh buio
ancora per un poco

ROLANDO RIVI


Anni fa venivo spesso qui, il tuo cimitero,
ma la tomba non l'ho mai trovata. Sei morto di croce
ma senza legno: coi chiodi e tutto, dentro.
Avevo un santino nel portafoglio, il tuo santino,
senza conoscerti ti pregavo.

16.5.12

RACCONTI DI UN PELLEGRINO RUSSO / 2


Quello che dico non viene da me, ma dal mio saggio starets defunto, o dai Padri che ho letto; e la preghiera interiore, che più di tutto illumina la mia ignoranza, non l'ho acquistata da me; è nata nel mio cuore per misericordia divina e grazie all'insegnamento dello starets. Ognuno può fare altrettanto; basta immergersi più silenziosamente nel proprio cuore e invocare un po' più il nome di Gesù Cristo, si scopre ben presto la luce interiore, tutto diventa chiaro, e in questa chiarità appaiono certi misteri del Regno di Dio. Ed è già un grande mistero, quando l'uomo scopre questa capacità di rientrare in sé, di conoscersi veramente e di piangere dolcemente sulla propria caduta e sulla sua volontà pervertita. Non è molto difficile pensare in modo sano e parlare con le persone, è una cosa possibile perché la mente e il cuore esistevano prima della scienza e della saggezza umana. Si può sempre coltivare la mente con la scienza o l'esperienza; ma dove non c'è intelligenza, l'educazione non giova a nulla. Il fatto è che noi siamo lontani da noi stessi e che non desideriamo ravvicinarci, anzi fuggiamo sempre per non trovarci faccia a faccia con noi stessi, preferiamo cose da poco alla verità, e pensiamo: mi piacerebbe avere una vita spirituale, occuparmi della preghiera, ma non ne ho il tempo, gli affari e le preoccupazioni mi impediscono di dedicarmi veramente. Ma che cosa è più importante e più necessario: la vita terrena dell'anima santificata o la vita passeggera del corpo per il quale noi ci diamo tanta pena? Così la gente arriva o alla saggezza o alla stupidità. 
dai Racconti di un pellegrino russo, Chirico 2004

15.5.12

DOVEVO ESSERE PIU' ACCOMODANTE QUANDO VOLEVI DIRMI

racconto fantastico

che andrai a Washington o me ne frega il cazzo dove di cosa per quanto a quanto orario salario responsabilità che cambiano il curriculum -e la vita?- e sì dai che forse arrivi il posto è giusto prestigio prestigio sono una macchina savoir-faire sono una donna ho preso il biglietto lo prendo tra poco l'aereo parte e chissà cosa chissà cosa sai che novità

13.5.12

CERCAVI SALVEZZA AL TUO BARCOLLARE

vengono a riconoscere che sei il creatore di tutta la natura e che perciò non esiste luogo in cui l'uomo possa considerarsi in tutto separato da Te.
Agostino

come se a volte tutto resta intellettuale, astratto. la forma è solo quella delle idee, ma le idee non parlano. la storia di ogni cosa perde quasi storia, come non valesse alcuna pena raccontarla: così Sanguineti lo ricordo, un esercizio gagliardissimo di niente, del non rilevante. capita che a furia di gerarchizzare si perdano tutte le importanze, ogni storia concreta, e mi ritrovo solo, e non mi conosco: allora ho paura, non mi scuoto. le cose zittiscono se restano lontane. come un muro tra il mondo e l'altro: ciò che non si incarna non parla, Dio pure. ma ieri al rosario stringevo il rosario: ridevo dopo con te, ero riportato alla realtà: prima no, non riuscivo: perdonami cara. 


11.5.12

una poesia di vittorio bodini


Nulla nella natura ama la morte.

Neanche la gazza che i fanciulli chiudono
in un orcio, per insegnarle qualche parola
da insensatamente ripetere;
e i cipressi s'allungano incredibilmente
per non sentirla, nel mattino agghiacciato
ma quest'unto di veglia, o di quella cosa, 
che abbiamo addosso
che ci sentiamo dentro non va via. (Si vedesse
una rondine in giorni come questi!)
Vittorio Bodini, Tutte le poesie, Mondadori, 1983

10.5.12

CAPELLI MOSSI

Ballerai sul palco dove suonerò la chitarra
nirvana, about a girl, gli aristogatti.
Se mi parlerai, se lo farò io,
sfiorare almeno quei tuoi capelli mossi.
Innamorarsi è la parte più bella
e più finta insieme.

9.5.12

devozione di maggio


Madre di Dio e dei suoi figli
Madre dei padri e delle madri
Madre, o Madre o Madre mia,
l'anima mia si volge a Te.


All'approssimarsi del mese di maggio, consacrato dalla pietà dei fedeli a Maria Santissima, esulta il nostro animo al pensiero del commovente spettacolo di fede e di amore che, fra poco, sarà offerto in ogni parte della terra in onore della Regina del Cielo. E' infatti il mese in cui, nelle chiese, negli oratori e nelle pareti domestiche, più fervido e più affettuoso dal cuore dei cristiani sale a Maria l'omaggio della loro preghiera e della loro venerazione. Ed è anche il mese nel quale più larghi e abbondanti dal suo trono affluiscono a noi i doni della divina misericordia. Ci riesce pertanto assai gradita e consolante questa pia pratica del mese di maggio, così onorifica per la Vergine e così ricca di frutti spirituali per il popolo cristiano.

dall'Enciclica Mense Maio di Paolo VI, 1965.

8.5.12

CONATO

da Attaccamenti

Come note che non si stringono
immagini mi gusto sulla lingua;
           che non lasciano l'attacco salivale
ma inebriate di nevrosi nascondigli;
l'inchiostro spazienta al mio conato.

6.5.12

5.5.12

QUANDO IMPARANO CHE MIA SORELLA È IN CONVENTO

e vuole farsi suora, per un attimo si prendono il pugno. Poi riflettono un secondo, tirano l'aria, e mi dicono cose del tipo se è la sua strada o se così si sente benealmeno aiuta chi ha bisogno, quando spiego che non si tratta di clausura. Per loro è difficile fare conti del genere, dev'esserci sotto per forza qualcosa. Allora riducono il convento a una forma più radicale di bontà, che tua sorella è brava, e si sentono meglio, fa meno male il pugno. Mia sorella sta giocando tutto il tempo, e poco dopo i venti, è in convento: porta a chi muore la santa Comunione. Torna un poco a bruciare quel pugno: ché lei è pazza, o c'è un Dio risorto, che menata. 

3.5.12

ASTENSIONE

da Notte provincia

Non cerco più le prove che i governi mentono
semplicemente passo, mi astengo,
non miro a una cabina
e cerco di dormire

2.5.12

COSE RIMASTE DALLA GITA-PELLEGRINAGGIO AL MONASTERO DI SAN GIULIO E ALTRE CONSIDERAZIONI RUBATE

Isola di san Giulio, il monastero Mater Ecclesiae. Un'isola sul lago, il cielo è un bel tempo e subito il don risponde alla mia domanda: se nella vocazione del monaco è compreso l'amore per il luogo particolare, il posto incantato di silenzio. L'innamoramento, dice il parroco, è doppio, nasce insieme: Dio e il lago, Dio in quel lago. Antichi ordini monastici come i benedettini sono infatti legati ad un luogo preciso, il posto è scelto: non come i preti diocesani, non come i carabinieri. 
Pregano mirato le monache, qualcuna legge il giornale: sanno cosa serve chiedere. E c'è chi giunge alla riva ogni tanto, e bussa alla porta: ha tribolazioni, i propri dolori, e chiede preghiere; a tavola, di sera, le monache discutono, organizzano il tempo anche per quelle preghiere. E regna il silenzio: non è quello dell'assenza, non è il totale mutismo; pregano sempre come diceva Paolo: dal coro, in cella, al lavoro. Evitano il chiacchiericcio inutile, le parole vuote, i pensieri vuoti. Ognuna ha un compito e il suo talento, sono donne. Come nei Racconti del pellegrino russo: la preghiera a Cristo è perpetua. 
La novizia è giovane, è bella. Ha trent'anni, è di Carpi: non è entrata con peccati mortali, amori burrascosi, brutte storie da eliminare: suonava le canzoni in parrocchia, ha visto il monastero: ora canta di giorno e di notte, lodi ora sesta, vespri e compieta, mattutino. La semplicità e l'amore scandalizzano i sapienti.
Quel giorno la Chiesa pregava per le vocazioni, ma cosa sono? Tu prete, io frate, lei sposa? Anche, ma già sapevamo. La prima vocazione, di tutti, è più semplice: Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita, e per goderlo poi nell'altra, in paradiso. E' così che siamo uguali, non grazie a legge positiva. Scriviamolo nel cuore e nella testa, diciamolo agli amici: è questa la nostra vocazione, la chiamata di tutti, la prima, il compito lo scopo di ciascuno: tuo mio del Papa del dalai lama. Convertiamoci, la salvezza ha un nome: Gesù Cristo, scriviamolo nel cuore e nella testa, attracchiamoci: a Lui solo. Il resto lo sappiamo che non serve: motoscafi ben legati al molo. Lo sappiamo? Tradire la prima vocazione è tradirsi come persona: è mancarsi, condannarsi; è rimanere orizzontali: lo dicano i giornali che leggete, che vi lasciano a terra abbandonati: non basta essere buoni; tutti, anche loro, devono servire Dio in questa vita, e goderlo adesso, e in Paradiso.  
L'altra monaca era dopo i quaranta, autorevole, da vent'anni dentro: prega e lavora, e non ci sono storie. Il parroco dice che il monaco è solo un cristiano più integrale: tutti infatti dobbiamo pregare, confessarci, comunicarci: preti mogli calciatori disoccupati: solo in Dio siamo uguali, da subito di Dio siamo capaci: ci hai fatto per te. O siamo creature così monche da credere nel caso? 
E' maggio, è il mese di Maria. 

30.4.12

IL MASSAGGIO

Come un sollievo senza prima la fatica
ora che la macchina va piena sull'asfalto,
sento nell'orecchio il massaggio della gomma,
            lei strofina sulla strada senza male;
per attaccarsi non serve volare...

27.4.12

NELLA CASA VUOTA

T'ho amato prima che nascessi.
Le carezze che ti ho fatto sono andate modellandomi.
Ogni tuo sguardo m'ha partorito in altra forma.
E' il tuo corpo che mi trasforma in aureola.
Ho imparato a parlare mormorando in ciò che ascoltavi.
Poiché m'hai posto nell'impronta dei tuoi sogni
posso passeggiare per il mondo come un vivo.
Ma nella casa vuota non c'è un solo mobile.
Sopra il cumulo dei miei annientamenti
tu emergi come una fonte eterna.

Alejandro Jodorowsky

19.4.12

RACCONTI DI UN PELLEGRINO RUSSO

thanks R.

Il monaco continuò a persuadermi dicendo che nelle parole del Vangelo c'è una forza benefica, perché sono parole che Dio stesso ha pronunciato. <<Non importa se non capisci nulla, basta che tu legga con attenzione. Un santo ha detto: "Se tu non capisci la parola di Dio, i diavoli però capiscono quel che tu leggi e tremano", e certamente il desiderio di bere è pure opera dei demòni. E ti dico anche questo: Giovanni Crisostomo scrive che anche il posto in cui viene tenuto il Vangelo sgomenta gli spiriti delle tenebre e serve di ostacolo ai loro complotti>>.

17.4.12

FRATELLO NON TI FARE SCORAGGIARE


Con il termine femminismo, generalmente, si può indicare:
1. la posizione di chi sostiene la parità politica, sociale ed economica tra i sessi, ritenendo che le donne siano state e siano tuttora, in varie misure, discriminate rispetto agli uomini e ad essi subordinate;
2. la convinzione che il sesso biologico non dovrebbe essere un fattore pre-determinante che modella l'identità sociale o i diritti sociopolitici o economici della persona;
3. il movimento politico, culturale e sociale, nato storicamente durante l'800, che ha rivendicato e rivendica pari diritti e dignità tra donne e uomini e che - in vari modi - si interessa alla comprensione delle dinamiche di oppressione di genere.


non servono fratellino i soldi del biglietto
anzi quasi potrebbe fare l'offesa, che tu la voglia
come contrattare, che quello poi ti interessa quindi
della birra si fa a mezzo - e lasciala bere
bevi più di lei anche questo è competizione
ma falle capire di essere uguale anzi se per caso
ti manca qualcosa il colpo è buono
comunque fai per tirare fuori l'euro dalla tasca
che ti dimostri l'autosufficienza, la sua libertà
potenza; la donna è femmina mollata -
ricorda di entrare per primo in pubblico questo
usa ancora fratellino ma non ti preoccupare
oh le ragazze si fan sempre scopare