3.9.12

una poesia di carlo betocchi


O seppure, come in certe mattine,
provo un senso di calma in un'ineffabile unione,
non è più, come al tempo passato,
per quel rifluire nel cuore d'un sangue potente
di vasti possessi, ben certi, ancorché sconosciuti:
e mi ravviso in chi va con lenza
a pescare, e cui già il tempo si muta in instabilità.
Ché assai più della lenza io ebbi fin dalla nascita
per giocare a mio agio col tempo impossedibile,
la rete, dico, stillante, dell'eternità dell'anima,
cui è grazia la preda che resta, ed il tempo
che passa ha un altro significato.
Carlo Betocchi, Tutte le poesie, Garzanti, 1996

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