Ho riletto un libro stanotte che m'era piaciuto. L'ho riletto perché ho parlato con l'autore due ore. Mi ha detto com'era quando stava scrivendo, dov'era - di fronte al mare, lo stesso dove leggevo i miei fumetti. Mentre scriveva, il culo sulla sabbia e un thè alla pesca, io vicino maledivo un amore. Lei scriveva, io non ancora: piangevamo insieme, distanti, non più di sette chilometri lontani. In vacanza entrambi sullo stesso mare, nella stessa parte di provincia: dietro avevamo i monti, aguzzi di marmo, come una certezza garanti dei suoi giochi di parole e di pianto. E il coraggio, credo, di continuare un diario.
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