31.12.18

Per poco, un momento,
credo: vederti commosso
sul cuore di un altro. 

da Diarietto Cattolico (Giuliano Ladolfi editore, Borgomanero, 2016)

28.10.18

un altro inedito su poesia ultracontemporanea, 
QUI (sempre grazie Sonia Caporossi)

22.10.18

ricordati del tuo creatore

Ricordati del tuo creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i giorni tristi e giungano gli anni di cui dovrai dire: "Non ci provo alcun gusto", prima che si oscuri il sole, la luce, la luna e le stelle e ritornino nubi dopo la pioggia. 

Ecclesiaste

17.10.18

e nel mondo nostro sottolunale: Monaldo Leopardi

Si mandino gli innovatori a spacciare i loro segreti nel mondo della luna, e nel mondo nostro sottolunale si continui ad usare quel metodo che incaminò alla grandezza tutti gli uomini grandi, e mediante il quale i fanciulli giunti all'età di dieci o duodeci anni si trovano posseditori senza saperlo di merce ricchissima [il latino] che gli sarà utilissima scorta in tutta la vita. 

Monaldo Leopardi, Lascerò ai miei figli eredità preziosa,
a cura di Artemio Bellucci, Fiori di Mirra, 2018

20.9.18

ISMAEL QUATTRO


Nel quarto album degli Ismael (Macramè dischi, uscito il 14 settembre), il testo di E' TUTTA UNA MORTE è liberamente tratto da due poesie di Sotto fasi lunari. 
Qui si può ascoltare la canzone e tutto il resto dell'album.  
Un grazie alla band e a Sandro Campani.


4.9.18

NON CREDETE SOLO A CIO' CHE VEDETE

sabato 22 settembre 2018 h 18:30

Nell'ambito del POESIA FESTIVAL, reading poetico con KABIR YUSUF ABUKAR, MARCO BINI, GIORGIO CASALI, GIOVANNI FANTASIA, GUIDO MATTIA GALLERANI, LAURA SOLIERI, MARIADONATA VILLA. 

Info qui.
Monte delle Tre Croci, Castelvetro (MO)

7.8.18

Arrivi, t’insinui dove non immaginavo

Arrivi, t’insinui dove non immaginavo
spossante imprevedibile parola
arrivi e ti mescoli col cuore –
pronunciata ci pronunci
e tutto ricominci.

6.7.18

19-20 luglio 2018: POESIA, COSA M’ILLUMINA IL TUO SGUARDO?

a cura di Massimo Morasso

    Dove sta andando la poesia? La perdita di centralità e autorevolezza del discorso poetico non corrisponde, oggi, a un disorientamento che coinvolge tanto la sua natura quanto, di riflesso, la sua possibile funzione socio-politica? Poesia, cosa m’illumina il tuo sguardo? È un grande convegno nazionale nel quale una trentina di poeti, fra i quali alcuni dei più significativi oggi attivi in Italia, si incontrano per riflettere insieme sul tema davvero “radicale” del rapporto fra la parola e lo spirito. Nella convinzione che ogni gesto poetico che non offra alcuno spunto per una lettura “spirituale” della sua “lettera”, sia un gesto antropologicamente castrante, ed esteticamente parziale.
    Il convegno, aperto a tutti prosegue nella giornata di venerdì mattina e pomeriggio.
(qui tutto il programma del festival Le Parole della Montagna)

28.5.18

In aereo verso Dublino

Su, da questo pullulare di pianure
e appezzamenti tutto uguale
da sembrare un’estate, penso a Dio
che mi riguarda e si riduole
ogni volta che non piove 
sul mio cuore. 

aprile 2015

29.4.18

un altro bimbo in paradiso

Alfie in questo senso potrebbe diventare santo come sono santi i martiri innocenti, uccisi da Erode. Sono gli innocenti che rendono testimonianza a Cristo non con le parole, ma con il sangue, che ci ricordano che il martirio è dono gratuito del Signore. Un martirio che oggi vede il piccolo guerriero "con lo scudo e le ali" come principale testimone. (andrea zambrano, la nuova bussola quotidiana

26.3.18

è il bisbiglio della primavera


È il bisbiglio della 
primavera, sospetta 
dove la neve già si scioglie. 

È nuovo il ciclo, quello 
leggero: passano un poco 
stagioni di gelo.


(da Poesie)

19.3.18

un biglietto pieno di stelle

Adesso ricordo alla prima riunione quando dissero che, oltre a non festeggiare coi bimbi alcuna festa di Natale (probabilmente troppo divisiva) né alcuna festa di Babbo Natale (sicuramente troppo inutile), non si sarebbe fatto alcun biglietto o festa per il papà il 19 marzo, né per la mamma a maggio, a favore di una più generica e inclusiva "festa con le famiglie". L'avevo dimenticato, perché oggi aprendo l'armadietto di mio figlio per riprendere giacca e berretto ero convinto di trovarlo, il biglietto, due scarabocchi colorati e una frasetta semplice, dono di Paolo a me, il papà... 
Né per me, né per nessun altro. Avevo dimenticato l'antifona, oscure linee guida per cui fin dalla tenera età certe cose sembra non vadano più preparate, certe feste non più celebrate, possibilmente neanche ricordate: la maestra non chiede complice al bimbo "hai fatto gli auguri al tuo papà?" quando viene a prenderlo, perché oggi a scuola non si ricorda nessuna festa del papà.
Ma a casa ancora sì. Prima di mangiare, Paolo arriva con un biglietto fresco fresco di pennarelli, la data 19 marzo 2018, una manciata di meravigliosi scarabocchi colorati e un bel messaggio (che la mamma ha scritto, e lui ripete a voce alta tutto contento guardandomi timidino negli occhi) pieno di stelle. 
A scuola, questa gioia non è raccontata. Per scelta. Non è preparata. E' tolta ai padri e alle madri; è gioia che è tolta soprattutto ai bambini, per scelta. C'è un'aria di divieto incredibile, il divieto di festeggiare le cose belle, le prime parole, il primo amore dei bambini: la mamma e il papà. 
E c'è il nostro silenzio: il nostro alla prima riunione, a quella dopo, il nostro alle feste via via soppresse, alle altre che vogliono sopprimere per scelta o "linea guida"; quello degli amici, degli educatori, delle parrocchie che ti prendono per scemo. Un silenzio assordante, mezzo ignorante, che rima sempre più con dittatura.

31.1.18

Poniamo che in tutto il mondo non ci sia che un unico pane in grado di togliere la fame

... e che tutte le creature si sazino anche solamente col vederlo. Ora, la creatura - cioè l'uomo - ha l'istinto di mangiare quando è sano e, se non mangia, se non si ammala, se non muore, quella fame crescerà sempre di più, perché non viene meno quell'istinto. 
Lui è contento, perché conosce il pane che lo può saziare, tuttavia, per il fatto stesso di non averlo a disposizione, non può togliersi la fame.
Questo è l'inferno che vive chi ha una grande fame: più l'uomo si avvicina al pane senza poterlo vedere, più si accende il suo desiderio naturale, che istintivamente è tutto rivolto verso quel pane, in cui consiste la felicità. La certezza di non vedere mai quel pane è per lui l'inizio dell'inferno vero e proprio, quello che vivono i dannati, privati della speranza di contemplare l'autentico pane, Dio Salvatore.
Le anime del purgatorio invece hanno fame, sì, perché non vedono il pane di cui potersi nutrire, ma conservano la speranza del momento in cui potranno vederlo e saziarsene completamente; la loro pena consiste nel non poter soddisfare subito la fame. 

Santa Caterina da Genova, Trattato del purgatorio e altri scritti, Gribaudi, 1996