Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.
Mt 10, 37-38
ci sono persone, poche, garanzia del nostro dolore. loro pregano perché il nostro male cessi, o si attenui. lo prendono tutto addosso, smettono di dormire anche, non possono fare diverso. noi crediamo che soffriranno fino a quando noi soffriamo, come se dipendessero da noi per tutto. e dipendono da noi moltissimo: il nostro bene è il loro bene. ma c'è dell'altro: ce n'accorgiamo quando a noi, così strapieni di dolore, proprio a noi chiedono preghiere. e sembra per un attimo che tutto sia stravolto, che qualcosa - finalmente? - sia cambiato: o forse niente, se non che c'accorgiamo, noi uomini dappoco, che siamo lo stesso filone di persone, lo stesso tronco famigliare. che tutti abbiamo bisogno di preghiere, di farci carico dell'altro. che tutti al buon Dio, tra noi, dobbiam stare attaccati: che tutti noi siamo legati.
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