essere architetti col metro in mano
senza il fuoco sacro di creare.
chiamo dirigismo fare poesie con lo scalpello,
cose da statista non cose da bambino.
credo nella voce che soffia dentro al cuore,
la voce che cambia alla fine di ogni verso:
lei detta, poi passa.
Rendo culto al dio spontaneo,
il dio senza metro della singola poesia
che muore, non risorge, dopo il punto finale
2 commenti:
Ed è sempre e comunque musica! Complimenti!
Grazie Nadia...
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