(nel mentre ascolta QUI)
A volte capita che finita la diretta, dopo i saluti a chi ascolta (poi non si può continuare a parlare), sei sette pezzi li infilo nel computer e li faccio girare - sono quelli scartati nel mattino, vuoi per le richieste, vuoi perché non ci son stati e basta oppure ce n'è uno che voglio riascoltare senza cuffie, mentre si va. Allora esco dalla radio che già sta finendo quella nuova dei Bleached e poi, dopo la rotonda dal Famila, dritto a nord per la zona industriale, via Ghiarola Nuova, ecco le tastiere degli Ikon su un brano di Death in June: fall & fall & fall & fall apart. Hanno chiuso molte ditte i battenti, stanno licenziando fuori dal mio finestrino, proprio ora fuori dai centouno-e-tre della mia radio e la strada è rovinata ancora dai camion e dai geli di marzo e nessuno che sistema, ancora non escono gli operai ma un sospetto di sole dice che quasi è già estate.
A volte capita che finita la diretta, dopo i saluti a chi ascolta (poi non si può continuare a parlare), sei sette pezzi li infilo nel computer e li faccio girare - sono quelli scartati nel mattino, vuoi per le richieste, vuoi perché non ci son stati e basta oppure ce n'è uno che voglio riascoltare senza cuffie, mentre si va. Allora esco dalla radio che già sta finendo quella nuova dei Bleached e poi, dopo la rotonda dal Famila, dritto a nord per la zona industriale, via Ghiarola Nuova, ecco le tastiere degli Ikon su un brano di Death in June: fall & fall & fall & fall apart. Hanno chiuso molte ditte i battenti, stanno licenziando fuori dal mio finestrino, proprio ora fuori dai centouno-e-tre della mia radio e la strada è rovinata ancora dai camion e dai geli di marzo e nessuno che sistema, ancora non escono gli operai ma un sospetto di sole dice che quasi è già estate.
La strada è
bassa come la terra ma veloce, nessuna fatica: niente metafisica in questo
scorrere forte, in questo stringere le curve all'ultimo cantando come viene le
parole in inglese, provando a tradurre almeno i ritornelli: spaccano gli Ikon
ma più sono i D.A.F. che spaccano sopra il ponte della superstrada - il ponte
che ancora nelle mappe non è segnato, che prolunga la Via della Stazione, il
treno di Fiorano fermata per Modena - la più dimenticata di tutta la campagna. C'è la System dove lavora mio padre, riprendo il sud direzione Appennino: und tanz den mussolini und tanz den adolf hitler klatsch
in die hande und tanz den kommunismus.
Altro ponte su
Via Pedemontana, salgo salgo e di colpo c'è tutta la collina là in fondo, la
nostra collina verde a primavera e bassa, bassa, m'innamora il santuario che
tutti ci guarda, ci guarda la Madonna che non brucia e tutti ci guarda noi
quasi collinari, noi dell'industria, e pare un attimo che tutto prenda
senso, che tutto si confermi di quel senso fin da quando bambino il
papi mi regalava i Pink Floyd, quelli di Barrett, quelli che cantavo ricanto ancora: Look at the sky, look at the river: isn't it good?
Già davanti c'è il centro dopo il traffico dalla casa dell'Elli e la radio traballa nella sua
frequenza dalla farmacia di via Santa Caterina - la via che una volta finiva
con la Casa del Popolo, cioè la chiesa di chi in chiesa non andava. Almost ready, almost there / friend in need, friend in deed. Le scalette finiscono sempre, sono come noi ma ne sappiamo il giorno e l'ora, e bisogna staccarle, staccare lo scorrazzare
tornando in radio, in via Marconi, prima che l'ultimo brano finisca. Entro che
ormai Cinnamon girl finisce, sono tutto in tempo: rimetto la
nastro, tutto bene.
1 commento:
Ti ho letto con occhi e orecchie, visto e sentito. Mi è piaciuto.
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