2.3.14

INDIE NON SIGNIFICA NIENTE, OVVERO "DELLA GIOVINEZZA"

La generazione del nonno è cresciuta con miti e teorie di giovinezza, ha fatto la guerra, è stata fascista poi partigiana, è invecchiata ed è morta. Le generazioni successive, i giovani degli anni sessanta settanta e ottanta, hanno vissuto le teorie della giovinezza che esse stesse hanno creato, sono state studiate in quanto generazioni ed in quanto contemporanee. Dai jeans al rock'n'roll, dalla politica al punk, dall'impegno al disimpegno, queste generazioni hanno voluto - attivamente o di riflesso - classificarsi, sottoclassificarsi e sottosottoclassificarsi: un dark non ballava gli Smiths, e certe abitudini sono dure a morire. Generazioni giovani che oggi sono diventate musei e fanno mostre, serate a tema, fanno film nei quali loro - i sopravvissuti - raccontano di storie, rivoluzioni, cose uniche e importanti che hanno fatto. Come se il tempo non fosse passato, come se il presente non esistesse più ma fosse fermo là dietro, immacolato. Stanno dovunque, dirigono e sono assessori, esperti giornalisti, classificatori, djs, critici. Conservatori del nuovo che sono stati. Reazionari. 
Si dirà di tutto sulla mia generazione, i nati negli anni '70 e '80 e anche dopo: quella che tempo tre mesi prova un lavoro e lo lascia, e poi un altro lo prova e un altro lo lascia; quella che ha ascoltato tutto e fa musica dove dentro c'è tutto e fa fatica a fare schemi; generazione che di "tutto" è ricca e tutta la musica può ascoltare autonomamente, dai blues ai Radiohead ai punk senza farsi un problema di coerenza; che certo non sarà ricordata per la sua giovinezza perché manca - per fortuna - di teorie sulla giovinezza - se ci sono, sono deboli. La nostra identità non è culturale, non ha mode che non passino in tre mesi: indie non significa niente.
Ma non saremo musei, non saremo serate a tema. Non saremo una vecchia generazione di sogni, di politica, di costituzioni e manifesti artistici o di vita. Niente ventennali, niente trentennali. Non staremo a giudicare giovinezze quando avremo cinquant'anni, perché avremo cinquant'anni. Siamo giovani adesso e basta, come margherite. Senza musei. Invecchieremo come i nonni, diventeremo come loro, come loro c'insegnano, nel tempo. Ora in media tra inferno e paradiso. 

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